Calabria 7 – Video Intervista a Luca Abete in occasione della tappa del Tour all’Università di Catanzaro

Calabria 7 – Video Intervista a Luca Abete in occasione della tappa del Tour all’Università di Catanzaro

Il celebre personaggio televisivo Luca Abete, dopo avere incontrato gli studenti dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, intervistato ai microfoni di Calabria 7. L’inviato della popolare trasmissione Striscia la Notizia, incalzato dal direttore Mimmo Famularo, racconta di essere a Catanzaro per il “tour della campagna sociale motivazionale #noncifermanessuno rivolta agli studenti universitari di tutta Italia. Siamo qui per la prima volta – rivela Abete – con l’obiettivo di incoraggiare i giovani ad affrontare i momenti più difficili non solo dal punto di vista del percorso accademico bensì della vita in generale”.

L’urlo di battaglia
“Le pressioni che subiscono i ragazzi dall’esterno sono molteplici – continua l’inviato di Canale 5 parlando dell’iniziativa -, il bombardamento dei messaggi negativi dell’ambiente che minano la loro fiducia non sono pochi e, in questa situazione, solo i più forti vanno avanti. I più fragili invece, arrancano e purtroppo si fermano. Da qui l’urlo di battaglia “non ci ferma nessuno” della community nata in questi nove anni di girovagare per l’Italia durante i quali abbiamo anteposto l’ascolto al giudizio. Molto spesso i giovani, infatti, vengono giudicati senza avere capito realmente cosa hanno da dire. Per cui noi li ascoltiamo in questa serie di talk nelle università dello Stivale in cui, anche io, racconto tutte le volte in cui ho pensato di non farcela. Le storie degli studenti – rivela Luca Abete – vanno da chi ha paura dell’esame, a chi ha una famiglia che, dopo la pandemia, non riesce a supportarli economicamente. Una giovane donna ci ha raccontato il difficile ruolo della mamma-studentessa la quale continua il percorso riuscendo a conciliare il tutto”.

L’obiettivo della campagna
In merito alla campagna, il giornalista avellinese spiega che uno degli obiettivi principali è quello di accorciare le distanze perché davanti ad una difficoltà ci sentiamo sempre soli credendo che la stessa c’impedisca di andare avanti. Quando invece oltre 200 ragazzi, come stamattina, si confrontano in aula raccontando le proprie storie, gli stessi si riconoscono tutti figli di una stessa matrice. Ed il racconto di chi lotta e ce la fa funge da stimolo per raccogliere fiducia ed andare avanti. Riguardo ai consigli da dare ai giovani io dico sempre che non esiste un manuale delle istruzioni ma stili di vita differenti. E quando si conduce un’esistenza votata all’impegno ed alla ricerca, senza dare peso alle parole di chi ci scoraggia, qualcosa si ottiene sempre”.

“Il mio triste record”
“Negli anni – aggiunge parlando circa la professione svolta – ho creato un feeling strepitoso col territorio, anche attraverso i miei social network, riuscendo un rapporto che mi dà la possibilità di fare da imbuto all’interno del quale confluiscono i racconti e le testimonianze di tanti cittadini. Divento, pertanto, un amplificatore di chi sta vivendo un disagio o nota qualcosa di strano e vorrebbe che qualcuno intervenisse. Le complicazioni esistono, io sono il recordman di Striscia per giorni di prognosi – racconta in merito alle difficoltà del proprio ruolo -. Ho lavorato anche molto in Calabria, una terra vicina alla mia regione, finendo anche qui a volte in ospedale. Ed ho qualche processo in corso per accertare i giusti risarcimenti e le punizioni per chi ci ha aggredito”.

“Il cronista è solo”
“Lavoriamo in un territorio in cui molti preferiscono fare finta di nulla”. Luca Abete prende ad esempio lo scudetto del Napoli: “È stata una vittoria strameritata che ha visto tutti d’accordo e che ha rappresentato un punto di partenza di valutazione del movimento calcistico di tutto il Meridione. Ci siamo visti un po’ tutti socializzanti nei confronti di questo trionfo. Io ho raccontato le assurdità nate attorno a questo evento in cui Napoli ha assunto nelle forme esagerate sia nel bene che nel male. Le minacce che mi stanno arrivando per aver toccato un argomento intoccabile sono frutto di due fattori: sono cose che toccano da vicino i tifosi più accaniti e, soprattutto, perché chi sa queste cose dovrebbe denunciarle e non l’ha fatto. Il problema principale è che il cronista molto spesso è solo perché altri preferiscono non denunciare la verità. E prendono il sopravvento la malavita, il malessere e le brutte persone. Diventano mosche bianche facilmente attaccabili”.

In merito alla cosiddetta informazione-bavaglio, Abete dichiara che “l’autore Antonio Ricci mi ha sempre invogliato a lavorare bene non chiedendomi mai – nei quasi 1400 servizi – di che partito fosse il sindaco. Abbiamo a cuore la verità per dare luce ad una zona d’ombra che non si riesce a fare emergere. Quando raccogliamo le dimostrazioni e testimonianze di ciò che accade non lo facciamo a fini televisivi ma portiamo con noi tante prove perché siamo sicuri che quel determinato fatto accade sempre”.

“Pistola in faccia”
L’inviato riferisce, infine, di un aneddoto successogli in Calabria: “Una volta a San Marco Argentano, scappando da alcuni aggressori, mi ritrovai una pistola puntata in faccia da un signore che – vedendoci fuggire – pensava volessimo inseguirlo. E, siccome aveva già subito alcune rapine, scese dall’auto con l’arma pensando fossimo malintenzionati ma, per fortuna, ci riconobbe e puntò la pistola verso gli aggressori consentendoci di continuare la fuga”. Il personaggio televisivo conclude l’intervista ai microfoni di Calabria7 lanciando un appello per informarsi sulla campagna sociale: “Ci sono tante persone straordinarie, tanta gente con un talento. A questa gente dico di cercarlo e coltivarlo perché sarà la propria fortuna e quella dei nostri territori che hanno bisogno di risorse per spiccare il volo”.

 

Fonte: Calabria7.it del 9 maggio 2023

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